Di questa meravigliosa biologa polacca non esiste neanche un libro in italiano.
L’avevano soprannominata ‘la strega dei boschi’, perché fece una scelta di vita radicale e considerata profana.. vivere nei boschi senza elettricità, acqua corrente, parlando con gli animali.
Non vi scriverò niente altro su di lei.. se avete curiosità troverete da soli la strada.
Solo una citazione:
“Un giorno i cervi, che avevo allevato con il biberon e che per molti anni mi seguirono nei boschi, manifestarono segni di paura e non vollero entrare nella foresta a pascolare. Come mi ci diressi io si fermarono, le orecchie rizzate e il pelo diritto sul fondoschiena. In apparenza doveva esserci qualcosa di assai minaccioso nella foresta. Attraversai metà dello spazio aperto e mi fermai, perché i cervi stavano producendo un terribile coro di latrati alle mie spalle. Mi voltai e ce n’erano cinque, rigidi sulle zampe, che mi guardavano e chiamavano: Non andare, non andare, c’è la morte laggiù! Devo ammetterlo, restai di stucco ma alla fine andai. E trovai che c’erano tracce di una lince, una lince aveva attraversato la foresta. Trovai le sue feci più avanti. Cos’era successo? Un carnivoro era entrato nella fattoria, i cervi lo avevano notato ed erano spaventati. Poi hanno visto la loro “madre” andare verso la morte, completamente inconsapevole, e dovevano avvisarla – per me, lo dico onestamente, quel giorno fu una conquista. Avevo attraversato il confine che ci divide dagli animali, un muro che non sembrava possibile abbattere. Se mi avevano avvisata voleva dire una sola cosa: sei un membro del branco, non vogliamo che tu sia ferita. Ho rivissuto questo momento molte volte e persino oggi, quando ci penso, provo un senso di calore al cuore”. (Tratto da “Simona. Opowieść o niezwyczajnym życiu Simony Kossak”, libro di Anna Kamińska uscito nel luglio 2015).
Ringrazio il sito: eticamente.net per lo splendido articolo:
E Simona Mahadeva Rogledi per avermi fatto riaffiorare con un corvo, questo ricordo.