È un piccolo albero caducifoglio (spesso catalogato anche come arbusto) che raggiunge gli 8 metri di altezza, che abita rive, margini dei boschi e scarpate.
Le foglie sono opposte, da ovali ad ellittiche, con 3-5 paia di nervature vistose a margine liscio. Sono verdi su entrambe le pagine, pelose agli angoli inferiori delle venature nella pagina inferiore.
Era coltivato da Romani e Greci che dal suo legno duro ricavavano raggi per le ruote, chiodi, lance e giavellotti. Sembra che addirittura il cavallo di Troia fosse fatto di questo legno.
I frutti maturi, drupe lunghe fino a 2 cm, pendule e carnose, diventano rosse a maturazione con un sapore che va dall’aspro amarognolo all’agrodolce.
Fiorisce da Marzo ad Aprile, prima che compaiano le foglie, in ombrelle da 10-25 fiori brevemente peduncolati con quattro brattee giallastre.
Foglie e frutti venivano utilizzati per tisane, confetture, succhi liquori.
Anticamente, anche in Lomellina, i frutti maturi venivano utilizzati in decotto per la cura dello stomaco.
In questo periodo lo riconoscete facilmente. È uno dei primissimi a fiorire e donare splendidi riflessi gialli ai nostri boschi.
Una vecchia leggenda dice che il corniolo era anticamente paragonabile per dimensioni alla quercia e altri grandi alberi. Fu scelto per via della robustezza del suo legno, da utilizzare per la croce di Gesù Cristo. Il Corniolo fu angosciato e triste per essere stato scelto per un uso così crudele e Gesù gli fece grazia rendendolo sottile, piegato e contorto. Da quel giorno i suoi fiori presero la forma di croce, due petali lunghi e due più corti, per ricordare questo momento.
È bello vedere come leggende e saggezza popolare conservino la tradizione, rendendo sacri e custodi di bellezza alberi, piante e tutta la natura in generale. Passeggiare con i nonni ed ascoltare queste perle di storia e conoscenza arricchisce l’anima e dona una luce diversa a tutto quello che ci circonda.