Nelle storie e nelle leggende il Tiglio ha sempre un ruolo femminile di riequilibrio e guarigione. Già nel periodo classico era considerato un albero curativo: il centauro Chirone si guadagnò la fama di guaritore e profeta, era il figlio di Filira, una ninfa che sedotta dal dio Crono fu trasformata da Zeus in un Tiglio.

Per i Celti era uno gli alberi custodi della famiglia e della casa. Se ne piantava uno davanti alla casa alla sua fondazione e non se ne poteva tagliare un solo ramo neanche dopo la sua morte. Questa tradizione è sopravvissuta tra i popoli scandinavi fino al XIX secolo. Nella leggenda di Sigurt, un eroe mortale norvegese, c’è una bellissima frase che esprime con poesia e forza le qualità di questo albero:’il Tiglio gentile cresce vicino alla caverna del drago feroce’. Io interpreto questa frase in modo molto semplice e diretto. Credo che la ‘calma e la saggezza’ alberghino poco prima che si incontri la ferocia. E’ negli istanti poco prima di incontrare l’ira che si dovrebbe cercare di fermarsi e riflettere.

Anche nella religione Cristiana una santa in particolare è legata al Tiglio. Si tratta della Beata Edigna (von Puch), una principessa figlia del re di Francia che per mantenere la sua verginità fuggì dalla Corte fin in Baviera. Vi giunse su un carro tirato da buoi e, avvertita dal suono di una campanella, si fermò presso un tiglio cavo nel quale dimorò fino alla morte, insegnando a leggere e scrivere ed aiutando la gente grazie alla sua conoscenza erboristica.

 

Concludo citando una tradizione popolare che recita così:
Se passeggiando in un viale o in un bosco si trova un rametto di tiglio caduto, appendendolo sopra la porta d’ingresso la signora dei Tigli proteggerà la casa.