Le specie utilizzate per preparazioni di tipo erboristico sono il Tiglio selvatico (Tilia cordata), il Tiglio nostrano (Tilia platyphyllos) ed il Tiglio argentato (Tilia tormentosa). Dei primi due si usano le infiorescenze, i fiori essiccati, la corteccia e l’alburno. Del Tiglio argentato (Tilia tormentosa) si usano le gemme. Dalle infiorescenze essiccate si ricava una profumata tisana dalle molteplici proprietà tra cui digestive e rilassanti.

Ricordo la nonna che preparava tisane di Tiglio e fiori freschi di quella che lei chiamava Acacia ma che in realtà era Robinia pseudoacacia. Quanta saggezza c’era in quei gesti che si tramandavano di generazione in generazione come un tesoro di famiglia. Oggi è mia moglie che raccoglie, prepara questi antichi rimedi e si occupa di fare ricerche su erbe e tradizioni. Mi chiedo se mia figlia farà lo stesso con i suoi figli o se questa antica saggezza si perderà in una bustina da tè che si compra al supermercato.

La migrazione delle specie arboree è cominciata nel nostro continente quando all’incirca tra il 10000 e l’8300 a.C. il ghiaccio dell’ultima glaciazione Wurmiana ha cominciato a sciogliersi. Lentamente si è passati da una rada vegetazione alla Foresta vergine mista, che sebbene fosse già presente in Europa molto prima dei dinosauri non poteva certo sopravvivere alle temperature rigide di quel periodo. Frassino, biancospino e un pò più tardi il Tiglio cominciarono a colonizzare nuovamente i nostri territori nel VI millennio a.C., all’inizio di un lungo periodo in cui le foreste miste di quercia erano attraversate dagli uomini del neolitico.