Si tratta di una rotta, percorsa da vie che conducono verso la Francia attraverso la Valle di Susa o la Valle d’Aosta. Molti la identificano in una sola, ben distinta strada da seguire per il pellegrinaggio verso Roma, chiamandola al singolare: ‘La Via Francigena’ e dimenticando le sue origini. Furono i Longobardi tra il VII e l’VIII secolo d.C. a collegare e restaurare le vecchie strade romane ed i più antichi tracciati che collegavano i paesi oltre le Alpi all’Italia, per il controllo dell’Impero. Dapprima quindi rotte militari e commerciali, diventarono tra la fine del 1200 e l’inizio del 1300 vie di pellegrinaggio che conducevano attraverso i luoghi sacri del nostro Paese. Non solo a Roma. Ma attraverso numerose tappe e a volte deviazioni, in luoghi dove erano custodite reliquie, santi e segreti. Le Vie Francigene sono quindi tante e diverse fra loro. Alcune attraversano grandi città, luoghi di culto e monumenti, altre montagne, fiumi e luoghi nascosti.
A questo punto una considerazione è d’obbligo.
Credo sia necessaria e doverosa una rivisitazione del modello proposto in stile ‘Cammino di Santiago’ unico e riconoscibile, in una più aperta proposta di rotte e vie diverse che ogni pellegrino può studiare a suo piacimento. Ogni cammino è unico ed ognuno di noi percorrendolo trova uno scopo diverso.
La ‘Via Francigena’ ufficiale, attraversa il Parco del Ticino nella sua parte Sud finale, un breve tratto da Tromello verso Pavia. Io vi propongo una rotta che attraversi Il Parco da Vigevano a Pavia, deviando quindi all’altezza di Mortara verso OVEST. Non una deviazione obbligata ma una proposta per chi, desidera un orizzonte diverso.
Non starò qui a discutere sul fatto che una via di pellegrinaggio debba necessariamente prevedere punti di accoglienza, centri spirituali e luoghi di culto. Tantomeno voglio soffermarmi a discutere con quanti affermano che l’unico cammino Francigeno di pellegrinaggio e quello fatto nel 990 dall’Arcivescovo di Canterbury.
Questo perchè ritengo la così detta ‘Via Francigena’ una successione di tappe storiche e sacre indipendenti fra loro. Credo poi che un cammino, nasca dentro ognuno di noi e vada costruito con la nostra ricerca personale, su misura per i nostri passi. Si può spaziare e costruire la propria Via seguendo una ricerca personale o semplicemente lasciandosi sorprendere. E’ una grande occasione quella che offrono le Vie Francigene alla nostra indipendenza. Forse dovremmo cominciare a pensare in modo più libero e creativo, visto che anche in passato non venivano consegnate mappe ai pellegrini ma diari di viaggio.. e tutte le strade, prima o poi, portano a Roma.
(Le notizie storiche citate sono tratte dal libro “Cammini in Europa” di Paolo Caucci Von Saucken e Paolo Asolan – Ed. Terre di Mezzo)