Quella rappresentata nell’immagine è la Dea Eostre di origini Celto-Germaniche. Simbolicamente legata all’Orsa ed alla lepre. Una delle Celebrazioni del Calendario Celtico che si presume legata a questa divinità è Ostara, che terminava (come la maggior parte dei rituali Lunari) con il primo quarto di luna nuova dopo l’equinozio di primavera. (in rete troverete come riferimento la luna piena).
E’ necessario un breve appunto: Storicamente, le celebrazioni cosiddette ‘pagane’ vengono ritualizzate prima che ci sia il picco di energia. Il rito serve alla preparazione dello spirito, dell’anima e del corpo, così che i contenitori vuoti e purificati siano pronti ad accogliere le acque lustrali. Alcune celebrazioni cattoliche seguono questa logica, altre invece sono state cambiate nel tempo e sono diventate una tradizione di data perdendo il legame con i cicli naturali.
Propongo ora una lettura veloce e funzionale della simbologia legata agli elementi folkloristici di questa tradizione.
La Figura femminile di Eostre è legata alla ritualità agro-pastorale. Nella sua natura mistica richiama quello che chiameremmo ‘ un rinnovo dei voti’. Lo scioglimento dei nodi e la filatura delle matasse. La Saggia (Vecchia) comincia a lavorare all’arcolaio, la Vergine (Fanciulla) prepara la lana e la Madre lavora all’aspo. C’è nella nostra tradizione orale un modo per esprimere la difficoltà di trovare una soluzione ai problemi: ‘Trovare il bandolo della matassa’. Quando la matassa non viene fatta con saggezza trovare il capo per disfarla è quasi impossibile.
L’orsa.
‘Ogni donna prima di sposarsi deve fare l’orsa’ (tradizione germanica).
Un rituale esclusivo e femminile che rappresenta un importante riferimento alla trasmissione di conoscenza da madre a figlia.
Conoscere le erbe, le piante, gli alberi, gli animali selvaggi.
L’intimità del mondo femminile, il fuoco, l’acqua e tutto quello che riguarda il proprio corpo.
La primavera è risveglio.
L’orsa esplora il bosco e le montagne seguendo una cascata di odori e profumi. Deve sapere cosa mangiare e fin dove spingersi per essere pronta quando arriveranno i suoi piccoli.
Un percorso mistico di conoscenza che spinge all’interpretazione ed all’utilizzo delle proprie capacità
La lepre.
“Secondo una leggenda irlandese, verso la fine dell’inverno, la dea Eostre trovò un uccellino in fin di vita mentre passeggiava nel bosco. Compassionevole nei confronti della piccola creatura, la dea decise di trasformarlo in una lepre perchè potesse superare il resto dell’inverno, trovando cibo e rifugio. Pur avendo preso l’aspetto di una lepre, l’uccellino mantenne la capacità di deporre le uova che lasciò in dono ad Eostre, come ringraziamento per aver avuto salva la vita.”
Questa leggenda rappresenta bene l’ermetismo della trasformazione. Nel suo intimo l’uccellino è rimasto tale. La trasformazione è avvenuta all’esterno per poter superare l’inverno ma la sua natura non è cambiata. Come l’acqua scorre e cambia forma mantenendo la sua essenza così dovremmo affrontare questo momento passaggio. Dimentichiamo la forma del nostro corpo permettendo a spirito ed anima di poter donare nuova vita.