Ho riflettuto sulla questione cercando di indagare, per quanto possibile, di capire perché non si riesce a fare fronte comune su un problema così importante.

Con estrema umiltà condivido con voi questi pensieri…

Parlo del fatto che la maggior parte del pubblico che assiste ed assisterà agli eventi, non ha fatto leva sull’organizzazione per ricevere garanzie da esperti del settore.

Ho individuato 3 punti ‘culturali’ che faranno parte anche dei miei programmi.

E 3 punti ‘politici’ su cui ancora lavoro per trovare una sorta di antidoto.

Partiamo dalla cultura su cui può fare molto, ognuno di noi, in ogni ambito:

1) Si può proteggere solo ciò che si conosce.

Questo vale in tutti i sensi. Se riconosco la spiaggia solo come un luogo di vacanza e divertimento la diretta conseguenza è che a fronte di un punto di vista opposto al mio, su cui garantisce un ente considerato comunemente affidabile, contrappongo un muro.

2) La tutela del territorio.

Tutti fanno la differenziata, raccolgono, riciclano e puliscono. Questo da solo, garantisce la biodiversità e tutela l’ambiente?

In città dove tutto è sterile. Asfalto e cemento si puliscono con macchine e ruspe, di può fare lo stesso negli ambienti naturali?

3) Se qualcosa non la conosco, cerco su Internet.

Ok. Ma lo studio e l’approfondimento dei temi è altra cosa. Internet può indicare una strada da percorrere ma poi bisogna condividere e discutere. Soprattutto saper ascoltare e chiedere alle persone giuste. Io stesso nei percorsi da Guida che progetto prevedo (quando è possibile) la collaborazione di Esperti e Professionisti nel Settore Ambientale. Oggi per il 730 andiamo dal commercialista ma sui temi ambientali chiunque spara sentenze.