La Notte di Santa Lucia

La Notte di Santa Lucia viene ricordata nella tradizione popolare italiana come la notte più lunga dell’anno, anche se in realtà è quella che coincide con il Solstizio d’Inverno la più lunga in assoluto. Come consuetudine vuole, la tradizione orale sembra deviare dal vero significato che la leggenda racconta e le informazioni che si trovano in rete non aiutano. E’ così? O è l’apparenza che nasconde e rivela allo stesso tempo il suo significato? Vediamo di analizzare insieme alcune evidenze interpretando il rito.

Santa Lucia è ‘Annunciatrice di Luce’ sia nella tradizione cristiana che nelle celebrazioni dei paesi del Nord Europa, in cui assume più che le caratteristiche di una santa, la forma di una fanciulla messaggera di una profezia. La profezia di una morte e rinascita, di un rinnovamento. La prima domanda da porsi è chi o cosa rinasce.. il Sole o la Terra? Perchè è da questo punto che nascono molte incomprensioni ed incoerenze.

Se come accademicamente viene sostenuto fosse il sole a morire e poi rinascere, se la lotta tra luce e tenebre si riducesse ad un prevedibile ciclo di continuo ‘ritorno’ si tratterebbe di una veglia o di una attesa (come il Natale), mentre si tratta di una lotta che non ha nulla di prevedibile! Non è il Sole ma la Terra a dover cercare le forze per la rinascita.. è il suolo il vero imprevisto che si manifesterà in primavera. Il raccolto ed il pascolo per il bestiame, i frutti del bosco e la caccia che di anno in anno cambiano ed oscillano tra abbondanza e scarsità.

La luce del sole annuncia un nuovo ciclo per la terra. Lucia annuncia con il suo corteo che la foresta (il ‘selvatico’) domina su tutte la terra e l’uomo con estrema fatica dovrà riconquistare il suo spazio. Il caos è necessario affinchè la terra riposi, così come lo è il buio.

Con il passare dei secoli il corteo si Santa Lucia è quindi diventato un corteo di esseri mostruosi che simboleggiano proprio questo passaggio. Esseri mostruosi perchè il Caos, la Notte e la Foresta sono in contrapposizione con la luce del Dio moderno che simboleggia l’ordine e gli animali domestici. L’archetipo dell’uomo che nasce e vive nella foresta viene sostituito da l’uomo nuovo che nasce e vive tra gli animali domestici. La povertà non si deve più sfuggire è simbolo di liberazione. Chi si allontana dalla luce perpetua delle città è destinato a trasformarsi in un orribile creatura dei boschi, deforme e folle.

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