Le arance, i mandarini, l’uva, le pere, come è successo per le banane Cavendish, non hanno più semi.

Prima o poi (facile fare il profeta con queste premesse) una malattia decimerà le coltivazioni.. ed avremo bisogno della banca del seme.

Il prezzo da pagare per avere un frutto di sola polpa è quello di avere piantagioni geneticamente omogenee, e quindi molto più vulnerabili alle malattie.

Nel caso dell’uva, l’assenza di semi è dovuto ad una mutazione genetica della varietà Thompson Seedless. In natura tale pianta non avrebbe potuto riprodursi ma l’uomo ha aggirato il problema con un innesto. Però, gli acini erano più piccoli di quelli dell’uva con semi. Ma arriva in soccorso la ricerca.. un fitormone spruzzato sui vitigni, fa sì che anche i frutti senza semi raggiungano una ‘degna’ misura.

Stanno per arrivare le prugne senza nocciolo..

Insomma, quelle che una volta venivano considerate eccezioni dovute ad anomalie più o meno gravi delle parti sessuali maschili o femminili della pianta, ora sono una consuetudine.

Cosa succede per esempio nel caso dell’anguria senza semi?

1. L’embrione di una pianta femminile viene trattato con colchicina, raddoppiando il numero di cromosomi e portandoli a 44.

2. La pianta cresce ed emette i fiori, che vengono fecondati con polline di una normale pianta diploide, da 22 cromosomi.

3. La pianta femmina genera i frutti, che conterranno semi triploidi, con 33 cromosomi.

4. I semi diventeranno piante in grado di essere fecondate, ma non di riprodursi. I loro frutti saranno quindi senza semi.

Quindi è un’anguria OGM?

Dal momento che la pianta sterile è frutto di impollinazione, si classifica come ibrido e non come OGM.

Traete da voi le conclusioni.