Era il lontano 2003 quando in un mercatino dei libri usati, a Milano, avvicinandomi ad una bancarella nei pressi del Museo del Novecento sentii una voce nella testa che mi disse: “Prendi il primo libro che ti capita fra le mani.” Lo sguardo cadde subito su un libro intitolato ‘Farfalle’, ingiallito e rotto. Ne sfogliai velocemente le pagine e subito notai qualcosa di insolito.. fra le pagine c’era un foglietto.

Chiusi velocemente il libro, lo consegnai nelle mani del libraio e chiesi: ‘Quanto?’.

Mentre quell’uomo sfogliava le pagine, trattenevo il respiro.. se avesse notato il foglietto, con tutta probabilità l’avrebbe trattenuto.. poi arrivò la risposta: ’10!’.

Senza esitare gli consegnai un biglietto da 10 Euro e mi allontanai con il mio libro. Arrivato a casa non fu facile ritrovarlo, le pagine fra le quali era custodito erano quasi incollate. Era questo il motivo per il quale non era stato mai notato.. ed era riuscito a raggiungermi.

Era un biglietto della ‘Messaggeria’ che collegava nel 1894 (datato 31 Gennaio) Cingoli a Jesi e sul retro c’era una poesia scritta a matita:

CIMITERI

…… come ancora dei padri, delle madri, de’ figli, de’ fratelli e degli amici, a cui, quando il cadere delle foglie autunnali ricorda che le vite umane cadono non meno di frequente, si conducono, raccolti in pietoso pellegrinaggio, presso i corpi amati, ne’ quali ciascuno ritrova le note forme, e sente risvegliarsi nel cuore, le soavi memorie de’ comuni dolori e de’ comuni piaceri.

C’ era anche parte di una seconda poesia, ma il foglio risultava tagliato.

Di come abbia potuto guidarmi l’istinto verso quella scoperta io non saprei proprio dirlo. Negli anni mi sono romanticamente convito di due ipotesi: Di averla scritta io stesso in una vita precedente o che lo spirito di questo scrittore mi abbia guidato verso le sue memorie. Qualunque che sia la ragione, oggi ne celebro il ricordo.